1980912IMA01

Da Libro bianco.

HEIDEGGER: Una necessaria revisione storica

Il Manifesto, 12 settembre 1998


Gino Zaccaria


Sandro Mezzadra firma una lunga recensione degli Scritti Politici di Martin Heidegger (Piemme), uscita su queste colonne il 14 Luglio. E' un pezzo che lascia di stucco per aggressività e saccenteria. Non volendo ribattere punto per punto, mi limiterò ad un'osservazione su un luogo dell'articolo - che sarebbe naturalmente utile avere sotto gli occhi. Il recensore trova il volume «di nessun valore scientifico». L'affermazione è molto grave; essa andrebbe motivata in modo esauriente e mediante la presentazione di fatti oggettivi. Un primo fatto oggettivo verrebbe addotto con queste parole: «I testi [politici di Heidegger] presentati sono tutti, o quasi, già noti al pubblico italiano: l'eccezione più significativa è la conferenza del '37 La minaccia che grava sulla scienza, uscita nell'edizione completa delle opere heideggeriane nel '91 e orribilmente mutilata da Fédier per estrarne le parti «politiche» [c.n.]». E' una frase tanto velocemente pronunciata quanto furbescamente concepita. Il lettore ignaro è immediatamente indotto a ritenere che il recensore sia una persona molto informata, uno che consulta gli «originali» e che pertanto è abilitato a emettere giudizi sulle «orribili mutilazioni» operate da Fédier. Ora, e se questi non avesse mutilato proprio un bel nulla? Si dà infatti il caso che il testo La minaccia che grova sulla scienza sia la traduzione integrale di Die Bedrohung der Wissenschaft, un documento pubblicato sì nel '91, ma non nella «edizione completa delle opere heideggeriane» (!), bensì in un volume (edito da D. Papenfuss e O. Pöggeler) intitolato Sull'attualità filosofica di Heidegger. Converrebbe qui chiedersi come definire chi denunci imposture agendo da falsario. L'indignazione e l'irritazione di Mezzadra, nella loro non genuinità, sono solo il sintomo di una iper-reattività, la cui origine spirituale andrebbe indagata a fondo - e che caratterizza un certo giornalismo più preoccupato dell'effetto che della critica costruttiva. In ogni caso, un tale quadro dovrebbe essere sufficiente per mettere in guardia il lettore circa la fondatezza dei giudizi del nostro recensore sul lavoro di cura degli Scritti politici heideggeriani - giudizi guidati da una grave svista generale riassumibile con le sue stesse parole: «Operazioni come quella di Fédier (...) si pongono (...) su un piano in cui la santificazione del filosofo sommo si incrocia con la revisione del giudizio storico su un secolo il cui male radicale sarebbe stato il comunismo». Non vi è infatti nulla di più falso; chiunque può facilmente rendersene conto leggendo in particolare la «Prefazione» di Fiéder dalla pagina 23 alla 56, nonché l'intera sua «Postfazione» - dove, ad esempio, si trova la seguente affermazione: «Che l'hitlerismo sia innanzitutto una reazione esasperata al leninismo, non significa per nulla che dipenda da esso. L'hitlerismo scaturisce in modo ben più profondo dal nichilismo stesso...» (p. 383). Non è sufficientemente esplicativo tutto questo? La precedente incredibile svista ha, naturalmente, delle conseguenze: Mezzadra, oltre a fantasticare su improbabili «idioletti» di «adepti» interessati unicamente all' «esoterismo» delle loro «traduzioni», giunge poi a fraintendere clamorosamente la cruciale argomentazione metodologica avanzata da Fédier in merito al significato del termine Nationalsozialismus (si vedano, per fugare ogni dubbio, le pp. 29-33 della suddetta «Prefazione»). Infine, un'osservazione personale. Nella foga della sua invettiva, Mezzadra mi definisce «il fido Zaccaria»; l'espressione suggerisce congiure, sudditanze psicologiche, revisionistici complotti orditi insieme a Fédier. Si tratta, in realtà, di cose molto più semplici come: amicizia, ammirazione per un lavoro sobrio, instancabile, svolto lontano da ogni clamore. Ma anche queste semplici cose non possono che sfuggire a un giornalismo interessato più alla diffusione del sospetto che alla pratica del libero dibattito.

[Si legga la replica di S. Mezzadra sullo stesso numero: 1980912IMA02]



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