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Da Libro bianco.

"Heidegger? Un nazista" parola di Mann

Il Resto del Carlino, 21 giugno 2002


Roberto Giardina


"Heidegger... io non ho mai potuto sopportare questo nazi": è il giudizio di Thomas Mann in una lettera al teologo Paul Tillich del 13 aprile 1944, pubblicata solo adesso dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung. Nell'archivio di Tillich sono state scoperte due lettere del premio Nobel tedesco, la prima del 14 maggio 1939. Lo scrittore e il filosofo e teologo avevano compiuto la medesima scelta, abbandonare la patria che si era consegnata nelle mani di Hitler, preferendo l'esilio negli Stati Uniti. Il giudizio su Heidegger è spietato. Mann non può accettare che il filosofo si sia fatto sedurre dal nazismo (si fece nominare rettore dell'Università di Friburgo, si dimise dopo un anno, ma non prese mai le distanze dalla dittatura). Mann scrive che "gli è quasi caduto il libro dalle mani nel leggere la prosa di Heidegger... come si può usare un simile gergo? Dovrebbe venire punito". Mann non stima il pensiero del filosofo, e trova anzi che il suo debito nei confronti di Schopenhauer è molto grosso, al limite del plagio. Le due lettere, di cui non si sospettava l'esistenza, sono preziose per precisare il pensiero di Mann e i confronti della filosofia tedesca (vi si trovano giudizi su Hegel, Feuerbach, Husserl, Schelling e perfino su Marx). E lo scrittore, di solito molto riservato sul suo lavoro, si lascia anche andare a confidenze sul "romanzo che sto scrivendo... il più tedesco possibile" e sull'esilio di Pacific Palisades. Sta scrivendo il Doktor Faustus, che secondo lui sarà la summa dell'anima tedesca, e della tragedia della Germania, in cui sono presenti tutti gli aspetti, dalla musica, alla lingua, al genio, al demoniaco. E non mancano, ovviamente, lunghi brani sul pensiero di Nietzsche, che lo affascina, e a cui si ispira per il protagonista del romanzo.


Voci utilizzate nell'articolo

Assenza di autocritica

Oscurità


Metodi applicati

Ipse dixit


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