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Da Libro bianco.
(Heidegger. Il nazismo, le donne, la filosofia)
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Heidegger. Il nazismo, le donne, la filosofia, IL Melangolo, Genova 2010, pagg.63.
 
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Versione delle 12:28, 20 giu 2012

Heidegger. Il nazismo, le donne, la filosofia

http://www.sentierierranti.com/2011/01/incipit-20-abadiou-bcassin-heideggeril.html

Blog Sentieri erranti 15 gennaio 2011


A.Badiou-B.Cassin,

Ennesimo libro sull'annosa vicenda Heidegger-nazismo? Si e no. Infatti, in questo volumetto, tradotto da Simone Regazzoni (l'autore di pop-filosofia), Cassin e Badiou discutono della "meschina" scelta dell'uomo Heidegger ma non si limitano a dire la loro sulla questione collocandosi in uno dei due partiti che si sono costituiti intorno alla vicenda- i difensori ad oltranza/ gli accusatori- ma provano a sviluppare la vicenda partendo dalle proprie visioni filosofiche.

Il volumetto nasce per "salvare" dall'oblio la prefazione che Cassin e Badiou avevano stilato per il libro contenente la corrispondenza tra Heidegger e la moglie Elfride successivamente fatto ritirare dal mercato dalla nipote Gertrud. Nella prefazione al testo, pubblicato nel 2007 presso l'editore Seuil, si evinceva la posizione di fondo dei due curatori: Heidegger è stato nazista, uno dei tanti borghesucci di provincia che hanno aderito alla causa, con quanta enfasi dedito alla causa non è dato, fino in fondo, saperlo. Premesso ciò, Heidegger è anche stato un grande filosofo, forse quello che più ha influenzato il XX secolo. Posizione che condividiamo, totalmente.

Il testo, come dicevamo, è stato ritirato dal mercato, gli autori hanno perciò deciso di pubblicare la prefazione, in forma ampliata, nella convinzione che da essa si deducesse la loro posizione sull'intreccio tra la "vita finita dei filosofi e l'infinito latente del loro pensiero".

Tra le questioni affrontate nel volumetto quella relativa all'intreccio Heidegger-nazismo è fondante.

Cassin sostiene con la Arendt che "nessun grande pensatore può essere politicamente presentabile", perchè le categorie della vita contemplativa sono radicalmente "inadeguate all'azione politica". Detto ciò la Cassin non giustifica assolutamente le responsabilità dello Heidegger nazista, le sembra però azzardato ricondurre l'agire politico a meta-concetti fondanti quali quello di "verità".

Badiou, come la co-autrice del volume, sostiene l'inadeguatezza del binomio filosofia e politica ma per altre ragioni. Egli ritiene che la politica non necessiti della filosofia (al pari della matematica, dell'arte, della letteratura, della fisica...). La filosofia ha un ruolo nel ridefinire l'armamentario concettuale gravitante intorno ai nodi semantici "verità" e "molteplicità", quelli intorno ai quali si struttura il "soggetto collettivo".

Negli 8 capitoli che costituiscono il volumetto si discute anche di "ebrei", di Heidegger e le donne, le sue amanti, e, la parte dal nostro punto di vista più interessante, sulla "trasfigurazione linguistica", cioè sul ruolo del senso nella produzione dei "mondi", tema che la Cassin ha ampiamente trattato nel suo "effetto sofistico".

Heidegger. Il nazismo, le donne, la filosofia, IL Melangolo, Genova 2010, pagg.63.

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