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== Martin Heidegger a tutto tondo ==
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Esce la monumentale raccolta "Discorsi e altre testimonianze del cammino di una vita"
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Non è forse una fatale e stupenda coincidenza, una di quelle con cui a volte la vita dà conferma ai nostri incerti pensieri, il fatto che Heidegger - di cui Hannah Arendt compendiò la personalità dicendo che «mentiva tutte le volte che poteva» - esordisse recensendo nel 1910 un libro su ''La vita. Bugia e verità'' del danese Johannes Jorgensen? Ad appena vent'anni, il giovane filosofo rifletteva sulla relazione tra vita e pensiero, tra la biografia dell'artista e la sua creazione: perché ricordiamo ad esempio «Oscar Wilde il "dandy", Paul Verlaine il "beone geniale", Maxim Gorkij "il grande vagabondo"»? Già allora si interrogava su che cosa determinasse «il momento di grazia della grande menzogna della propria vita di zingaro», quando uno «ritorna in sé, distrugge gli altari dei falsi idoli e diventa cristiano». Contro atei e libertini, che non vogliono la verità ma solo il capriccio, e adorano «il Vello d'oro, la Fama e la Venere di Babilonia», invocava la conversione solitaria, l'ascolto della coscienza, la chiamata all'autenticità. Quasi un destino: quello di un ideale di vita tracciato in termini così puri e impegnativi da essere sistematicamente disatteso nella realtà. Bisogna essere grati a Hermann Heidegger - e al traduttore Nicola Curcio, che ha svolto con maestria un lavoro improbo - per avere radunato e reso disponibili in questo volume - ''Discorsi e altre testimonianze del cammino di una vita'' - tutti i materiali relativi alla biografia del controverso maestro teutonico: i discorsi pubblici, comprese [[Discorso di rettorato|la famigerata prolusione del 1933]] e l'intervista ''Ormai soltanto un Dio ci può salvare'', lettere, curricula, annotazioni personali e documenti biografici in buona parte inediti, per un totale di 290 brani. Ne emergono a tutto tondo la personalità e la vicenda biografica di Heidegger: la sua inclinazione malinconica nelle poesie giovanili, la sua valentia di docente e la sua generosità di maestro nel promuovere i propri allievi, la sua ambiguità al servizio del potere, la sua debolezza nelle avversità del dopoguerra. Chi volesse ritornare sulla discussa compromissione con il nazionalsocialismo, ha qui a disposizione tutte le carte del periodo del rettorato nonché quelle relative all'epurazione e all'interdizione dall'insegnamento. Inclusi [[Denuncia di colleghi|i pareri con cui Heidegger denunciò colleghi non allineati come Honigswald, Fraenkel, Staudinger]]. Vi è compreso, sia pure pretestuosamente relegato tra i documenti di incerta autenticità, anche il [[Documento Baumgarten|controverso giudizio sull'ebreo Baumgarten]], al quale Jaspers si richiamò per motivare il suo severo giudizio dopo la guerra. Fanno da contrappeso alcune lettere di raccomandazione con cui Heidegger, durante il regime, appoggiò [[Colleghi e studenti ebrei|i propri allievi ebrei: Löwith, Kristeller, Brock]]. Quanto ai criteri dell'edizione, questa volta il peccato non è per difetto, bensì per eccesso: non si sono occultati dei testi, ma ne sono stati esibiti troppi. [[Attendibilità della Gesamtausgabe|E alla fine si sono confuse le carte]]. Va bene inserire tra i documenti del periodo nazionalsocialista la lettera a Carl Schmitt del 22 agosto 1933, ma perché ripubblicare nello stesso contesto anche lettere a Hannah Arendt o Elisabeth Blochmann, già edite nei rispettivi carteggi? Forse perché si spera che possano valere come testimonianze a discarico? E che c'entrano i seminari di Kassel del 1925 in cui il giovane Heidegger presenta il suo programma di ricerca confrontandosi con Dilthey? Oppure la prefazione alla traduzione giapponese di Che cos'è metafisica? O, ancora, il dialogo con il giapponese Hisamatsu? Anche l'idea di assegnare un titolo a ciascun documento appare peregrina, quando non fuorviante. Poco importa. Sfogliando l'imponente volume, si ha la conferma che la vita del filosofo è soltanto un aneddoto dietro il quale si nasconde la sua vera personalità.
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Esce la monumentale raccolta "Discorsi e altre testimonianze del cammino di una vita"
 
  
Martin Heidegger a tutto tondo
 
Autore anonimo
 
  
Non è forse una fatale e stupenda coincidenza, una di quelle con cui a volte la vita dà conferma ai nostri incerti pensieri, il fatto che Heidegger - di cui Hannah Arendt compendiò la personalità dicendo che «mentiva tutte le volte che poteva» - esordisse recensendo nel 1910 un libro su ''La vita. Bugia e verità'' del danese Johannes Jorgensen? Ad appena vent'anni, il giovane filosofo rifletteva sulla relazione tra vita e pensiero, tra la biografia dell'artista e la sua creazione: perché ricordiamo ad esempio «Oscar Wilde il "dandy", Paul Verlaine il "beone geniale", Maxim Gorkij "il grande vagabondo"»? Già allora si interrogava su che cosa determinasse «il momento di grazia della grande menzogna della propria vita di zingaro», quando uno «ritorna in sé, distrugge gli altari dei falsi idoli e diventa cristiano». Contro atei e libertini, che non vogliono la verità ma solo il capriccio, e adorano «il Vello d'oro, la Fama e la Venere di Babilonia», invocava la conversione solitaria, l'ascolto della coscienza, la chiamata all'autenticità. Quasi un destino: quello di un ideale di vita tracciato in termini così puri e impegnativi da essere sistematicamente disatteso nella realtà. Bisogna essere grati a Hermann Heidegger - e al traduttore Nicola Curcio, che ha svolto con maestria un lavoro improbo - per avere radunato e reso disponibili in questo volume - ''Discorsi e altre testimonianze del cammino di una vita'' - tutti i materiali relativi alla biografia del controverso maestro teutonico: i discorsi pubblici, comprese la famigerata prolusione del 1933 e l'intervista ''Ormai soltanto un Dio ci può salvare'', lettere, curricula, annotazioni personali e documenti biografici in buona parte inediti, per un totale di 290 brani. Ne emergono a tutto tondo la personalità e la vicenda biografica di Heidegger: la sua inclinazione malinconica nelle poesie giovanili, la sua valentia di docente e la sua generosità di maestro nel promuovere i propri allievi, la sua ambiguità al servizio del potere, la sua debolezza nelle avversità del dopoguerra. Chi volesse ritornare sulla discussa compromissione con il nazionalsocialismo, ha qui a disposizione tutte le carte del periodo del rettorato nonché quelle relative all'epurazione e all'interdizione dall' insegnamento. Inclusi i pareri con cui Heidegger denunciò colleghi non allineati come Honigswald, Fraenkel, Staudinger. Vi è compreso, sia pure pretestuosamente relegato tra i documenti di incerta autenticità, anche il controverso giudizio sull'ebreo Baumgarten, al quale Jaspers si richiamò per motivare il suo severo giudizio dopo la guerra. Fanno da contrappeso alcune lettere di raccomandazione con cui Heidegger, durante il regime, appoggiò i propri allievi ebrei: Löwith, Kristeller, Brock. Quanto ai criteri dell'edizione, questa volta il peccato non è per difetto, bensì per eccesso: non si sono occultati dei testi, ma ne sono stati esibiti troppi. E alla fine si sono confuse le carte. Va bene inserire tra i documenti del periodo nazionalsocialista la lettera a Carl Schmitt del 22 agosto 1933, ma perché ripubblicare nello stesso contesto anche lettere a Hannah Arendt o Elisabeth Blochmann, già edite nei rispettivi carteggi? Forse perché si spera che possano valere come testimonianze a discarico? E che c'entrano i seminari di Kassel del 1925 in cui il giovane Heidegger presenta il suo programma di ricerca confrontandosi con Dilthey? Oppure la prefazione alla traduzione giapponese di Che cos'è metafisica? O, ancora, il dialogo con il giapponese Hisamatsu? Anche l'idea di assegnare un titolo a ciascun documento appare peregrina, quando non fuorviante. Poco importa. Sfogliando l'imponente volume, si ha la conferma che la vita del filosofo è soltanto un aneddoto dietro il quale si nasconde la sua vera personalità.
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== [[Metodi]] applicati ==
  
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[[Alzata del Genio]]  
Vedi alle voci:
 
Colleghi e studenti ebrei Denuncia di colleghi  Documento Baumgarten  Discorso di rettorato  Mancanza di coerenza  Attendibilità della Gesamtausgabe
 
  
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[[Aggettivo squalificativo]]
  
Vedi ai metodi:
 
Alzata del Genio  Aggettivo squalificativo
 
  
  
Vedi anche gli articoli:
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== Altri [[articoli]] collegati ==

Versione attuale delle 07:30, 7 lug 2010

Martin Heidegger a tutto tondo

Esce la monumentale raccolta "Discorsi e altre testimonianze del cammino di una vita"


La Repubblica, 19 novembre 2005


Autore anonimo


Non è forse una fatale e stupenda coincidenza, una di quelle con cui a volte la vita dà conferma ai nostri incerti pensieri, il fatto che Heidegger - di cui Hannah Arendt compendiò la personalità dicendo che «mentiva tutte le volte che poteva» - esordisse recensendo nel 1910 un libro su La vita. Bugia e verità del danese Johannes Jorgensen? Ad appena vent'anni, il giovane filosofo rifletteva sulla relazione tra vita e pensiero, tra la biografia dell'artista e la sua creazione: perché ricordiamo ad esempio «Oscar Wilde il "dandy", Paul Verlaine il "beone geniale", Maxim Gorkij "il grande vagabondo"»? Già allora si interrogava su che cosa determinasse «il momento di grazia della grande menzogna della propria vita di zingaro», quando uno «ritorna in sé, distrugge gli altari dei falsi idoli e diventa cristiano». Contro atei e libertini, che non vogliono la verità ma solo il capriccio, e adorano «il Vello d'oro, la Fama e la Venere di Babilonia», invocava la conversione solitaria, l'ascolto della coscienza, la chiamata all'autenticità. Quasi un destino: quello di un ideale di vita tracciato in termini così puri e impegnativi da essere sistematicamente disatteso nella realtà. Bisogna essere grati a Hermann Heidegger - e al traduttore Nicola Curcio, che ha svolto con maestria un lavoro improbo - per avere radunato e reso disponibili in questo volume - Discorsi e altre testimonianze del cammino di una vita - tutti i materiali relativi alla biografia del controverso maestro teutonico: i discorsi pubblici, comprese la famigerata prolusione del 1933 e l'intervista Ormai soltanto un Dio ci può salvare, lettere, curricula, annotazioni personali e documenti biografici in buona parte inediti, per un totale di 290 brani. Ne emergono a tutto tondo la personalità e la vicenda biografica di Heidegger: la sua inclinazione malinconica nelle poesie giovanili, la sua valentia di docente e la sua generosità di maestro nel promuovere i propri allievi, la sua ambiguità al servizio del potere, la sua debolezza nelle avversità del dopoguerra. Chi volesse ritornare sulla discussa compromissione con il nazionalsocialismo, ha qui a disposizione tutte le carte del periodo del rettorato nonché quelle relative all'epurazione e all'interdizione dall'insegnamento. Inclusi i pareri con cui Heidegger denunciò colleghi non allineati come Honigswald, Fraenkel, Staudinger. Vi è compreso, sia pure pretestuosamente relegato tra i documenti di incerta autenticità, anche il controverso giudizio sull'ebreo Baumgarten, al quale Jaspers si richiamò per motivare il suo severo giudizio dopo la guerra. Fanno da contrappeso alcune lettere di raccomandazione con cui Heidegger, durante il regime, appoggiò i propri allievi ebrei: Löwith, Kristeller, Brock. Quanto ai criteri dell'edizione, questa volta il peccato non è per difetto, bensì per eccesso: non si sono occultati dei testi, ma ne sono stati esibiti troppi. E alla fine si sono confuse le carte. Va bene inserire tra i documenti del periodo nazionalsocialista la lettera a Carl Schmitt del 22 agosto 1933, ma perché ripubblicare nello stesso contesto anche lettere a Hannah Arendt o Elisabeth Blochmann, già edite nei rispettivi carteggi? Forse perché si spera che possano valere come testimonianze a discarico? E che c'entrano i seminari di Kassel del 1925 in cui il giovane Heidegger presenta il suo programma di ricerca confrontandosi con Dilthey? Oppure la prefazione alla traduzione giapponese di Che cos'è metafisica? O, ancora, il dialogo con il giapponese Hisamatsu? Anche l'idea di assegnare un titolo a ciascun documento appare peregrina, quando non fuorviante. Poco importa. Sfogliando l'imponente volume, si ha la conferma che la vita del filosofo è soltanto un aneddoto dietro il quale si nasconde la sua vera personalità.



Voci utilizzate nell'articolo

Colleghi e studenti ebrei

Denuncia di colleghi

Documento Baumgarten

Discorso di rettorato

Attendibilità della Gesamtausgabe


Metodi applicati

Alzata del Genio

Aggettivo squalificativo


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