2131218IRE

Da Libro bianco.
Versione del 16 set 2015 alle 09:26 di Mborghi (Discussione | contributi) (Heidegger, l'ultimo segreto: i diari neri contro gli ebrei)

Heidegger, l'ultimo segreto: i diari neri contro gli ebrei

Le posizioni antisemite dell'autore di "Essere e Tempo" svelate dai taccuini ancora inediti che Repubblica ha potuto vedere in anteprima


La Repubblica, 18 dicembre 2013


Antonio Gnoli


Un migliaio di pagine vedranno la luce nel marzo del prossimo anno: tre quaderni vergati da Martin Heidegger, di cui pochissimi conoscevano l'esistenza. E nei quali il filosofo professa a più riprese il proprio antisemitismo. Nel mondo degli studi filosofici, soprattutto tedesco, c'è molto sbalordimento. Il "Mago di Messkirch" (così era chiamato dai suoi studenti) per circa quarant'anni (dall'inizio degli anni Trenta al 1975, l'anno precedente alla sua morte) tenne una sua navigazione segreta, quasi quotidiana. Immaginate quest'uomo, piccolo, taciturno, duro, sospettoso come un contadino dell'Alta Svevia che, la sera nella sua baita di Todtnauberg, dava libero sfogo ai pensieri più nascosti, e avrete una vaga idea di come siano questi quaderni (in tutto nove) che Klosterman (editore delle opere complete) ha deciso di pubblicare. Sono molti gli interrogativi che queste pagine suscitano.

Vado ad affrontarli con la persona giusta: Donatella di Cesare, ordinario di Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma, autrice di libri sull'etica ebraica. Gadamer e contro il negazionismo. Il prossimo mese uscirà con un testo su Israele e la filosofia (per Bollati Boringhieri) e in primavera con Heidegger e la Shoah. Di Cesare è una singolare figura di studiosa: è membro della comunità ebraica di Roma e al tempo stesso vicepresidente dell' Heidegger Gesellshaft, la società filosofica che nel mondo raccoglie diverse centinaia di' studiosi. Del resto, non aveva avuto Heidegger stesso allievi ebrei? A cominciare da Hannah Arendt e poi Karl Lowith, Leo Strauss, Emmanuel Lévinas: pensatori che hanno beneficiato, anche se in maniera contrastata, delle riflessioni del maestro. Ma in questi quaderni la materia che scotta non riguarda tanto, o solamente, la questione, ormai annosa, dell'adesione al nazismo, quanto quella più esplosiva del presunto antisemitismo di Heidegger.

Dopo aver letto queste pagine sono rimasta sconvolta», dice la Di Cesare, mentre indica sul tavolo le bozze dei tre quaderni. Non pusso ovviamente rendere pubblico nessun estratto perché c'è l'embargo dell'editore tedesco fino alla data di pubblicazione dei tre quaderni, prevista per il l3 marzo. Ma le assicuro che il mio primo impulso è stato di dimettermi dalla carica di vice presidente.

Mentre la Di Cesare va a recuperare un suo libretto, sbircio tra quei fogli. Mi colpisce un'espressione: Weltjudentum, "ebraismo mondiale". mondiale". Richiama scenari cupi, complotti internazionali, l'anticamera del peggior antisemitismo. Davvero Heidegger se ne macchiò in modo indeleblile? Per me quell'espressione è carica di minacce. Ed è inequivocabile sul piano del significato. E' come se individuasse un nemico sugli altri: l'ebreo. Agli ebrei egli imputa la bastardizzazione dei mondo l'autoestranneazione dei popoli. Potremmo dire che, in negativo è il primo esempio di globalizzazione. L'argomentazione heideggeriana non si sviluppa però solo su un piano politico, ma assume anche contorni filosofici».

I Quaderni neri - l'immaginazione ci spinge a vederne i risvolti più inquietanti, sebbene ta dicitura sia dello stesso Heiddegger che lavorava su dei taccuini dalla co-pertina di quel colore - sono in tutto trentatré. A quanto pare due di essi sono andati perduti. Se ne conoscono le date: uno risale al 1931-32, l'altro al 1945-46. Con ogni evidenza appartengono a periodi cruciali della vita del filosofo e dei tedeschi. Da un lato, la Germania entra nel suo periodo nazista; dall'altro, sconfitta dalla guerra, ne esce con tutte le terribili conseguenze che sappiamo. Chi sono i responsabili? Sarebbe stato interessante gettare un occhio sui materiali scomparsi. Vedere cosa Heidegger pensasse all'inizio e alla fine di quella storia micidiale: alla Klosterman sostengono che il filosofo prestò quei due quaderni e che non li riebbe mai più indietro. Hanno scritto perciò, nel loro sito, che se qualcuno ne fosse ancora in possesso è pregato di restituirli al figlio Hermann Heidegger. La cosa ha il sapore dello scerzo».

HerMa11.11 - oggi librai:man • tenne, tiglio sl di Heidegger, ma che la moglie Elfride ebbe con un altro- è sempre Stato un custode orina ssodelle operedel padre. Si spetta elle quei due quaderni siano stati sfilati da qualche 'ma-nina santa". Perchle< -Non bigi¬gn a. eshere troppo svegli peri:mul¬i-e cheti dentro. con ogni probabi-lità.ei sono i pensieri più compro - mettenti del filosofi-h !mila questi° - ne ebraica... Naturalmente qui Si. cammina. suighiacc. io. !via c'èrnaltafermen - to nella fleitieggrir Geseirldiaft che, non essendo la SporXre., si interro¬ga oggi Rti quanto di mali stia c-cadendo. Nel frattempo il ruolo che era di Hennann, in qualità di membro familiare presente nella società filosalca, i stato preso dal figlio Artudf. Un uomo, dice la Di Cure, generoso e di grande bertà mentale. «Grazie a lui, ala] -

-

Voci utilizzate nell'articolo

Metodi applicati

Articoli collegati