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Da Libro bianco.

Il Libro bianco su "Heidegger e il nazismo"

Il "caso-Heidegger" occupa le pagine culturali dei giornali da più di vent'anni. E’ un’onda che, partita nel 1987 in Francia con la pubblicazione del pamphlet di [Victor Farias Heidegger et le nazisme], si è rapidamente estesa in tutto il mondo e non si è più fermata. Periodicamente alimentata dall'uscita di questo o quel libro, ingrossatasi nel cortocircuito tra “produzione accademica” e “divulgazione giornalistica”, l’onda si è via via estesa in ogni angolo della sfera pubblica imponendo ovunque il suo diktat. Non c'è giornalista culturale, professore universitario, critico, saggista o "intellettuale" in senso lato che non abbia prima o dopo "detto la sua" sul presunto ‘’nazismo di Heidegger’’.

Il Libro bianco raccoglie tutti gli interventi usciti sulla stampa italiana dal 1986 ad oggi in cui si parla di Heidegger in relazione al nazismo. Ad oggi il Libro bianco raccoglie più di [Articoli|250 articoli di giornale e di periodico] ed è costantemente aggiornato. Attraverso un’analisi puntuale dei [Voci|fatti riportati] e dei [Metodi|modelli discorsivi applicati] negli interventi, il Libro bianco mostra che l’onda ha fin qui propagato una rappresentazione falsa e ingannevole del rapporto tra Heidegger e “il nazismo”.

La realtà e l’inganno

Nell'Enracinement Simone Weil suggerisce un criterio per stabilire se una cosa è vera o falsa:

<quote> Quello che non può essere tradotto, quello che non può essere detto in modo diverso, non è vero, così come non è un oggetto solido, ma soltanto un inganno, quello che non muta d’aspetto se viene guardato da lati differenti. Anche nel pensiero esiste uno spazio a tre dimensioni. </quote>

Ecco: mentre ciò che è vero si presenta allo sguardo umano in una pluralità di aspetti, l’inganno si mostra sempre uguale da qualunque lato lo si guardi. E’ senz’altro per questa ragione che, nei regimi dichiaratamente totalitari, la propaganda tende a martellare ossessivamente su pochi concetti elementari, in obbedienza alla nota regola secondo cui una menzogna ripetuta cento volte diventa verità (Goebbels). Allo stesso modo, il discorso sul “nazismo di Heidegger” si alimenta di un numero limitato di [Voci|voci] infondate o di dubbia fondatezza combinate tra loro secondo un numero determinato di [Metodi|metodi] che vengono ripetute e ripetute fino a diventare “verità accreditate”. La ripetizione delle voci combinate variamente tra loro in forme ogni volta nuove secondo i metodi prescritti è affidata a una folta schiera di volonterosi esecutori i quali spesso, proprio in virtù del fatto che ripetono siffatte “verità accreditate”, si accreditano a loro volta come “esperti (a vario titolo) di Heidegger”. Si realizza così quello che gli economisti chiamano un gioco a somma positiva: voci infondate di varia origine si costituiscono in verità accreditate grazie ad “accreditatori” che acquistano credito grazie a questo loro lavoro.

Qualche notizia su Heidegger e il nazismo

Indichiamo qui di seguito alcuni dei più ricorrenti luoghi comuni su "Heidegger e il nazismo". Il lettore della pubblicistica accademico-giornalistica sul "caso Heidegger" sarà sorpreso di sapere che:

  • Heidegger non insegnò mai in uniforme;
  • non allineò l'università alle direttive del regime nazista. Al contrario, si impegnò affinché l'università restasse un luogo libero da ogni tipo di influenza. Quando si accorse che il suo tentativo era destinato a fallire, si dimise in aperto contrasto con le autorità nazionalsocialiste.
  • Non è vero che Heidegger non riconobbe mai il suo errore. Già prima della fine del Terzo Reich egli definiva il suo tentativo "un errore, da ogni punto di vista".
  • Non è vero che Heidegger non chiarì mai il senso del suo impegno come rettore e della sua temporanea adesione al nazionalsocialismo. Egli diede, al contrario, dettagliate spiegazioni.
  • Non è vero che non si oppose con coraggio al nazismo. Come ha scritto Hannah Arendt: «Heidegger si rese conto dopo poco tempo del suo "errore", e in seguito rischiò molto più di quanto allora si soleva fare nelle università tedesche. Non si può dire lo stesso di molti intellettuali che più tardi si proclamarono suoi giudici.» (Martin Heidegger ha ottant'anni, "Merkur", X, 1969)



Struttura del Libro bianco

Nel Libro bianco sono raccolti gli Articoli usciti sui quotidiani e i periodici italiani dal 1986 a oggi in cui si parla di Heidegger in relazione al nazismo. Ogni articolo rinvia a una o più Voci e Metodi, nonché ad altri articoli o documenti collegati.


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