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Più che un metodo è un ''virtuosismo'' che solo i più raffinati tra gli [[Onniscienza teoretica|onniscienti di professione]] si possono permettere. Consiste nel prodursi in dotte e profonde analisi estetico-morali di testi... di cui non esiste il testo. Di questo insolito virtuosismo esiste sinora un solo esempio nel [[Pagina principale|Libro bianco]], e cioè quello del professor '''Claudio Magris''' e del suo articolo [[1960609ICS|''Hannah, vittima di un inganno d'amore'']] (Corriere della Sera, 9 giugno 1996). In esso, il professor Magris prima disquisisce di «una lettera untuosa e falsamente profonda», in cui Heidegger dà prova «di come si possano simulare anche con se stessi sentimenti apparentemente sofferti», affermando quindi che Heidegger era solito spacciare «poesiole kitsch» in lettere dense di «pathos ridondante e pacchiano» che scadono «nel cattivo gusto dell'enfasi e dell'unzione religiosizzante». | Più che un metodo è un ''virtuosismo'' che solo i più raffinati tra gli [[Onniscienza teoretica|onniscienti di professione]] si possono permettere. Consiste nel prodursi in dotte e profonde analisi estetico-morali di testi... di cui non esiste il testo. Di questo insolito virtuosismo esiste sinora un solo esempio nel [[Pagina principale|Libro bianco]], e cioè quello del professor '''Claudio Magris''' e del suo articolo [[1960609ICS|''Hannah, vittima di un inganno d'amore'']] (Corriere della Sera, 9 giugno 1996). In esso, il professor Magris prima disquisisce di «una lettera untuosa e falsamente profonda», in cui Heidegger dà prova «di come si possano simulare anche con se stessi sentimenti apparentemente sofferti», affermando quindi che Heidegger era solito spacciare «poesiole kitsch» in lettere dense di «pathos ridondante e pacchiano» che scadono «nel cattivo gusto dell'enfasi e dell'unzione religiosizzante». | ||
− | L'unico problema è che, nel giugno 1996, cioè quando il Corriere della Sera pubblicò l'articolo del dotto professore, ''nessuna di quelle lettere era materialmente accessibile in alcun modo''. Le lettere furono rese pubbliche solo tre anni dopo, quando venne pubblicato l'epistolario Martin Heidegger / Hannah Arendt (a cura di Ursula Ludz, Klostermann, 1999). | + | L'unico problema è che, nel giugno 1996, cioè quando il ''Corriere della Sera'' pubblicò l'articolo del dotto professore, ''nessuna di quelle lettere era materialmente accessibile in alcun modo''. Le lettere furono rese pubbliche solo tre anni dopo, quando venne pubblicato l'epistolario Martin Heidegger / Hannah Arendt (a cura di Ursula Ludz, Klostermann, 1999). |
Versione delle 09:39, 13 mag 2012
Categoria: Metodi
Più che un metodo è un virtuosismo che solo i più raffinati tra gli onniscienti di professione si possono permettere. Consiste nel prodursi in dotte e profonde analisi estetico-morali di testi... di cui non esiste il testo. Di questo insolito virtuosismo esiste sinora un solo esempio nel Libro bianco, e cioè quello del professor Claudio Magris e del suo articolo Hannah, vittima di un inganno d'amore (Corriere della Sera, 9 giugno 1996). In esso, il professor Magris prima disquisisce di «una lettera untuosa e falsamente profonda», in cui Heidegger dà prova «di come si possano simulare anche con se stessi sentimenti apparentemente sofferti», affermando quindi che Heidegger era solito spacciare «poesiole kitsch» in lettere dense di «pathos ridondante e pacchiano» che scadono «nel cattivo gusto dell'enfasi e dell'unzione religiosizzante».
L'unico problema è che, nel giugno 1996, cioè quando il Corriere della Sera pubblicò l'articolo del dotto professore, nessuna di quelle lettere era materialmente accessibile in alcun modo. Le lettere furono rese pubbliche solo tre anni dopo, quando venne pubblicato l'epistolario Martin Heidegger / Hannah Arendt (a cura di Ursula Ludz, Klostermann, 1999).