Differenze tra le versioni di "Pastore dell'Essere"
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Categoria: Voci
Heidegger, cioe' il "pastore dell'essere", ...
L'espressione "pastore dell'essere" è la traslazione della dizione tedesca Hirt des Seins che si trova nel Brief über den Humanismus (scritto nell'autunno del 1946 e pubblicato l'anno sucessivo, cfr. GA 9, p. 331). Nella sua versione italiana è usata per lo più in senso di motteggio, a sottolineare il presunto gusto heideggeriano per le metafore nostalgiche e un po' kitsch, in sintonia con certa retorica "tipicamente tedesca" - ovvero nazista (o pre-nazista o post-nazista). L'espressione viene poi doppiamente travisata come se fosse una definizione riferita a Heidegger in persona, e in questo senso serve soprattutto a suggerire l'immagine di un uomo circondato da uno stuolo di devoti discepoli (le bibliche "pecorelle") e tutto intento a costruire intorno a sé un'aura di sacralità che lo tenga al riparo da ogni "contaminazione" con la "concreta realtà" - ivi compresa naturalmente la "realtà" della sua "compromissione" con il nazismo (che invece alcune rare e coraggiose menti illuminate, non sedotte dalla pastorizia dell'essere, provvidenzialmente ci ricordano).
Va però ricordato che 1. Hirt des Seins - "attento custode del (senso dell')essere" - non è una metafora, ma una dizione fenomenologica che indica una struttura costitutiva dell'umano adessere, e soprattutto che 2. né Heidegger né alcuno dei suoi cosiddetti "discepoli" o "allievi" si è mai sognato di riferire questa dizione... a Heidegger stesso!
(Vedi anche la voce Fascinazione)