Differenze tra le versioni di "Regola del 2 a 1"
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− | E' una delle regole fondamentali del giornalismo politico: nei casi in cui si debba presentare un fatto o un'opinione divergenti rispetto alla linea ufficiale, si fa in modo di inserire tale fatto o tale opinione in un botta-e-risposta in cui l'ultima parola sia sempre lasciata all'interprete della linea. In tal modo, qualunque sia il dibattito messo in scena, e qualunque siano i "punti" messi a segno della parte avversaria, la linea ufficiale esce sempre vittoriosa e addiritura rafforzata. Nel giornalismo politico in senso stretto, ad esempio nei [http://www.difesadellinformazione.com/30/i-telegiornali | + | E' una delle regole fondamentali del giornalismo politico: nei casi in cui si debba presentare un fatto o un'opinione divergenti rispetto alla linea ufficiale, si fa in modo di inserire tale fatto o tale opinione in un botta-e-risposta in cui l'ultima parola sia sempre lasciata all'interprete della linea. In tal modo, qualunque sia il dibattito messo in scena, e qualunque siano i "punti" messi a segno della parte avversaria, la linea ufficiale esce sempre vittoriosa e addiritura rafforzata. Nel giornalismo politico in senso stretto, ad esempio nei [http://www.difesadellinformazione.com/30/i-telegiornali telegiornali della RAI], la regola si esplica nel cosiddetto "panino", in cui la dichiarazione della parte politica avversa va sempre sistemata in mezzo a due dichiarazioni della parte politica amica. Nelle pagine culturali dei giornali la regola non cambia. Così, nei rari casi in cui il caporedattore accetti di pubblicare una lettera di riposta o di replica a un articolo, prima si costringe il "replicante" alla massima concisione possibile («sa, abbiamo poco spazio...»), poi si aggiunge in calce la contro-replica dell'autore dell'articolo, il quale dirà che il replicante non ha però replicato a tutti i punti da lui sollevati nell'articolo - in modo che la "partita" si chiuda immancabilmente sul 2 a 1. |
Versione delle 18:37, 23 dic 2009
Categoria: Metodi
E' una delle regole fondamentali del giornalismo politico: nei casi in cui si debba presentare un fatto o un'opinione divergenti rispetto alla linea ufficiale, si fa in modo di inserire tale fatto o tale opinione in un botta-e-risposta in cui l'ultima parola sia sempre lasciata all'interprete della linea. In tal modo, qualunque sia il dibattito messo in scena, e qualunque siano i "punti" messi a segno della parte avversaria, la linea ufficiale esce sempre vittoriosa e addiritura rafforzata. Nel giornalismo politico in senso stretto, ad esempio nei telegiornali della RAI, la regola si esplica nel cosiddetto "panino", in cui la dichiarazione della parte politica avversa va sempre sistemata in mezzo a due dichiarazioni della parte politica amica. Nelle pagine culturali dei giornali la regola non cambia. Così, nei rari casi in cui il caporedattore accetti di pubblicare una lettera di riposta o di replica a un articolo, prima si costringe il "replicante" alla massima concisione possibile («sa, abbiamo poco spazio...»), poi si aggiunge in calce la contro-replica dell'autore dell'articolo, il quale dirà che il replicante non ha però replicato a tutti i punti da lui sollevati nell'articolo - in modo che la "partita" si chiuda immancabilmente sul 2 a 1.