Differenze tra le versioni di "Sollevare la Questione"
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La frase riassume alla perfezione la tecnica dilatoria del '''Sollevare la Questione'''. Lo scopo di tale tecnica (particolarmente diffusa nel c.d. caso-Heidegger) è quello di permettere alla chiacchiera di esecitarsi all'infinito senza correre il rischio di arrivare da qualche parte - per esempio, di arrivare a dirimiere un punto. Ad esempio, si prendono due assunti di fondo ritenuti ovvi e indiscutibili - «Heidegger aderì al nazismo» e «Heidegger era un grande filosofo» -; si "scopre" che tra i due ''format'' vi è un'insanabile contraddizione (!); si solleva dunque la Questione: ''come può un grande filosofo aver aderito al nazismo?''. A partire da tale Questione così sollevata gli ''imbecilli'' possono quindi discutere all'infinito, senza correre il rischio di dover prima o poi ripondere, cioè giungere a un punto fermo da cui trarre delle conseguenze. | La frase riassume alla perfezione la tecnica dilatoria del '''Sollevare la Questione'''. Lo scopo di tale tecnica (particolarmente diffusa nel c.d. caso-Heidegger) è quello di permettere alla chiacchiera di esecitarsi all'infinito senza correre il rischio di arrivare da qualche parte - per esempio, di arrivare a dirimiere un punto. Ad esempio, si prendono due assunti di fondo ritenuti ovvi e indiscutibili - «Heidegger aderì al nazismo» e «Heidegger era un grande filosofo» -; si "scopre" che tra i due ''format'' vi è un'insanabile contraddizione (!); si solleva dunque la Questione: ''come può un grande filosofo aver aderito al nazismo?''. A partire da tale Questione così sollevata gli ''imbecilli'' possono quindi discutere all'infinito, senza correre il rischio di dover prima o poi ripondere, cioè giungere a un punto fermo da cui trarre delle conseguenze. | ||
− | L'«imbecille» di cui parla Bernanos non è l'ignorante o lo sprovveduto. Al contrario, è un ''habitus'' che si accompagna molto spesso all'[ | + | L'«imbecille» di cui parla Bernanos non è l'ignorante o lo sprovveduto. Al contrario, è un ''habitus'' che si accompagna molto spesso all'[[Onniscienza teoretica|erudizione professionale]], tanto che, scrive ancora Bernanos: |
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Versione delle 16:06, 28 dic 2009
Categoria: Metodi
Scriveva Georges Bernanos:
«Gli imbecilli sono capaci di discutere all'infinito su qualunque questione, ma si guarderanno bene dal porla in maniera tale da essere costretti a ripondervi.» (Essais et écrits de combat, Pléiade, II, p. 1037)
La frase riassume alla perfezione la tecnica dilatoria del Sollevare la Questione. Lo scopo di tale tecnica (particolarmente diffusa nel c.d. caso-Heidegger) è quello di permettere alla chiacchiera di esecitarsi all'infinito senza correre il rischio di arrivare da qualche parte - per esempio, di arrivare a dirimiere un punto. Ad esempio, si prendono due assunti di fondo ritenuti ovvi e indiscutibili - «Heidegger aderì al nazismo» e «Heidegger era un grande filosofo» -; si "scopre" che tra i due format vi è un'insanabile contraddizione (!); si solleva dunque la Questione: come può un grande filosofo aver aderito al nazismo?. A partire da tale Questione così sollevata gli imbecilli possono quindi discutere all'infinito, senza correre il rischio di dover prima o poi ripondere, cioè giungere a un punto fermo da cui trarre delle conseguenze.
L'«imbecille» di cui parla Bernanos non è l'ignorante o lo sprovveduto. Al contrario, è un habitus che si accompagna molto spesso all'erudizione professionale, tanto che, scrive ancora Bernanos:
«Gli intellettuali sono così spesso degli imbecilli che dovremmo sempre tenerli per tali, fino a che non abbiano dimostrato il contrario.» (Id., p. 1040)
La tecnica dilatoria del Sollevare la Questione si presenta quindi come un genuino interrogare filosofico, di cui in realtà costituisce la copia contraffatta.
Lì dove l'interrogare filosofico salta nel bel mezzo della Sache, il Sollevare la Questione si mantiene rigorosamente al di fuori, in posizione di osservazione, mimando i tratti del vero interrogare; mentre il primo si espone senza riserve al rischio dell'errore, il secondo osserva ogni cosa con occhio storico e non erra mai; mentre il primo sta al gioco, il secondo si astiene; mentre il primo dirime, il secondo confonde; mentre il primo è mosso unicamente dal tentativo di comprendere, il secondo - avendo ormai compreso ogni cosa - emette giudizi, distribuisce pagelle e liquida in partenza ogni genuino interrogare.