Differenze tra le versioni di "Entusiasmo"
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Il termine ha apparentemente la sola funzione di "rincarare la dose", cioè di infondere nel lettore l'idea di una perfetta simbiosi tra Heidegger e tutto ciò che, nell'immaginario comune, si associa giustamente al nazismo: la militanza fanatica, la cieca devozione all'autorità, l'esaltazione del capo. Per un nazista, un'adesione che non sia "entusiastica" è quasi una contraddizione in termini. Ecco perché l'uso di quella parola (o di suoi sostituti come «fervore», «fervente», «esaltazione», «esaltato» ecc.) è così ''irrinunciabile'' per la pubblicistica sul "caso Heidegger": esso permette di tenere lontana ogni domanda sul ''senso'' dell'impegno politico di Heidegger, e al contempo libera dall'incombenza di leggere e comprendere i testi del periodo rettorale (il funzionamento di questo meccanismo è illustrato al metodo [[Aggettivo squalificativo]]) | Il termine ha apparentemente la sola funzione di "rincarare la dose", cioè di infondere nel lettore l'idea di una perfetta simbiosi tra Heidegger e tutto ciò che, nell'immaginario comune, si associa giustamente al nazismo: la militanza fanatica, la cieca devozione all'autorità, l'esaltazione del capo. Per un nazista, un'adesione che non sia "entusiastica" è quasi una contraddizione in termini. Ecco perché l'uso di quella parola (o di suoi sostituti come «fervore», «fervente», «esaltazione», «esaltato» ecc.) è così ''irrinunciabile'' per la pubblicistica sul "caso Heidegger": esso permette di tenere lontana ogni domanda sul ''senso'' dell'impegno politico di Heidegger, e al contempo libera dall'incombenza di leggere e comprendere i testi del periodo rettorale (il funzionamento di questo meccanismo è illustrato al metodo [[Aggettivo squalificativo]]) | ||
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Versione delle 14:23, 15 mar 2011
Categoria: Voci
Il termine «entusiasmo» e l'aggettivo «entusiastico» sono impiegati con una frequenza quasi maniacale nella pubblicistica sull'errore politico di Heidegger. Si dice ad esempio che Heidegger accettò con entusiasmo la carica di rettore (anzi di "Führer") dell'università, che aderì entusiasticamente alla causa nazista, che fornì un sostegno entusiasta a Hitler, e via discorrendo.
Il termine ha apparentemente la sola funzione di "rincarare la dose", cioè di infondere nel lettore l'idea di una perfetta simbiosi tra Heidegger e tutto ciò che, nell'immaginario comune, si associa giustamente al nazismo: la militanza fanatica, la cieca devozione all'autorità, l'esaltazione del capo. Per un nazista, un'adesione che non sia "entusiastica" è quasi una contraddizione in termini. Ecco perché l'uso di quella parola (o di suoi sostituti come «fervore», «fervente», «esaltazione», «esaltato» ecc.) è così irrinunciabile per la pubblicistica sul "caso Heidegger": esso permette di tenere lontana ogni domanda sul senso dell'impegno politico di Heidegger, e al contempo libera dall'incombenza di leggere e comprendere i testi del periodo rettorale (il funzionamento di questo meccanismo è illustrato al metodo Aggettivo squalificativo)
Come scrive François Fédier nella Prefazione agli [Scritti politici di Heidegger]:
«Questo "entusiasmo", prestato gratuitamente a Heidegger, non traspare da alcun testo, da alcuna dichiarazione, da alcuna lettera. Proprio al contrario, i mesi del rettorato lasciano trapelare il rigore di un'estrema angoscia: Heidegger, che non si è affatto "impegnato" alla leggera, sa bene di fare una scommessa con una minima probabilità di successo...» (p. 57)