Opportunismo
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Heidegger era opportunista
La voce è declinata in una miriade di varianti - tutte prive di riscontri oggettivi.
Una manifestazione di opportunismo riguarderebbe i rapporti con il maestro Husserl (vedi Ostilità verso Husserl). A questo proposito, va sempre molto di moda suggerire un non meglio precisato nesso causale tra la persecuzione di Husserl in quanto Ebreo durante il terzo Reich e l'ascesa di Heidegger alla cattedra di filosofia del maestro. Insomma: Heidegger avrebbe "fatto carriera" approfittando - più che opportunisticamente vigliaccamente - delle disgrazie del maestro. Il nesso causale è però doppiamente infondato: quando Heidegger fu scelto da Husserl come suo successore alla cattedra di filosofia dell'Università di Friburgo, correva l'anno 1928; le discriminazioni nei confronti dei professori Ebrei iniziarono non prima del 1933, quando Hitler prese il potere. Heidegger, divenuto rettore nell'aprile 1933, si adoperò - per quanto era nelle sue possiblità - per limitare gli effetti delle leggi discriminatorie nei confronti dei suoi colleghi Ebrei, Husserl in testa (vedi Divieto a Husserl).
Il dissidio e la rottura tra Heidegger e Husserl sono generalmente spiegati dalla pubblicistica anti-heideggeriana come il risultato di comportamenti opportunistici: opportunismo politico-razziale secondo la versione n. 1 (Heidegger evitò Husserl come un appestato perché era Ebreo), o semplice opportunismo accademico secondo la versione n. 2 (Heidegger voltò le spalle a Husserl non appena quest'ultimo lo "mise in cattedra"). Anche l'(inesistente) Antisemitismo di Heidegger si spiegherebbe, secondo alcuni, con l'opportunismo.
E' singolare osservare come gli odierni intellettuali tendano a interpretare ogni realtà secondo i parametri che orientano la loro vita quotidiana nella palude accademico-giornalistica - ossia: a interpretare ogni comportamento di Heidegger come se al posto di Heidegger ci fossero loro stessi.
(Si veda anche la voce Mancanza di coraggio).