Autoannientamento
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Categoria: Voci
"Nei 'Quaderni neri', Heidegger afferma che, nella Shoah, gli Ebrei si autoannientarono"
La voce è stata coniata in un articolo di Donatella Di Cesare uscito nel febbraio 2015 sul Corriere della Sera intitolato Heidegger: «Gli Ebrei si sono autoannientati», e poi ripresa e rilanciata da quasi tutti gli organi di stampa con titoli via via più coloriti (si veda su tutti Il crematorio di Heidegger (sic!) su Il Foglio).
La supposta "tesi" di Heidegger, che nelle intenzioni di Donatella Di Cesare dovrebbe costituire un'ulteriore conferma del suo (di Heidegger) "antisemitismo metafisico", veniva presentata nell'articolo come un'anticipazione (o meglio uno scoop) dal volume 97 della Gesamtausgabe in via di pubblicazione. L’articolo inizia infatti così:
«La Shoah è «l’autoannientamento degli ebrei». Questa tesi di Heidegger affiora nel nuovo volume dei Quaderni neri, curato da Peter Trawny, che sta per essere pubblicato in Germania dall’editore Klostermann (Gesamtausgabe 97, Anmerkungen I-V)»
E poco più avanti scrive:
«Selbstvernichtung, autoannientamento, è la parola chiave: gli ebrei si sarebbero autoannientati.»
Anziché riportare per intero la frase in cui Heidegger impiega tale parola chiave, e da cui "affiorerebbe" la "tesi" secondo cui gli Ebrei si sarebbero autoannientati, Donatella Di Cesare scrive:
«In linea con il suo antisemitismo metafisico, Heidegger vede dunque nello sterminio un «autoannientamento». La Judenschaft, la «comunità degli ebrei» — scrive nel 1942 — «è nell’epoca dell’Occidente cristiano, cioè della metafisica, il principio di distruzione». Poco più avanti aggiunge: «Solo quando quel che è essenzialmente “ebraico”, in senso metafisico, lotta contro quel che è ebraico, viene raggiunto il culmine dell’autoannientamento nella storia».»
E' davvero questo il senso di ciò che scrive Heidegger? La lettura per intero della riflessione di Heidegger (GA 97, p. 20), citata a spezzoni da Donatella Di Cesare in linea con il metodo della citazione selettiva, permette di puntualizzare due circostanze:
La frase non si riferisce alla Shoah
Secondo il curatore del volume, il taccuino in cui compare la frase risale al 1942. E' dunque storicamente inattendibile che la frase contenga un riferimento, diretto o implicito, allo sterminio degli Ebrei. Ma soprattutto:
Heidegger non attribuisce la Selbstvernichtung "agli Ebrei"
La riflessione (costituita da tre capoversi) si appunta sull'elemento c.d. "giudaico" della tradizione giudaico-cristiana, in quanto costitutiva della metafisica esperide giunta al tramonto con Hegel e Marx. Non si riferisce affatto alla "comunità degli ebrei" in quanto etnia particolare all'interno di tale tradizione. E' dunque del tutto inappropriato riassumere il senso della riflessione affermando che Heidegger attribuirebbe "agli Ebrei" una non meglio precisata Selbstvernichtung - non meno che attribuirgli l'idea secondo cui "i Cristiani" si sarebbero "autoannientati" nelle persecuzioni contro di essi. Letta con la necessaria capacità di comprensione, la riflessione - che inizia con la frase «Der Anti-christ muβ wie jedes Anti- aus dem selben Wesensgrund stammen wie das, wogegen es anti- ist - also wie "der Christ"» («L'anti-cristo, come ogni 'anti-', deve conseguire dal medesimo costitutivo fondo d'ascendenza rispetto a ciò contro cui esso è 'anti-' - cioè <ciò che esso si rappresenta come> "il Cristo"») - costituisce in realtà una critica puntuale dell'anti-semitismo, in quanto variante degenere, e potenzialmente sommamente distruttiva, dell'anti-cristo.
L’attribuzione a Heidegger della c.d. “frase choc” – messa addirittura tra virgolette nel titolo dell'articolo – è dunque il frutto di una falsa attribuzione a Heidegger di una libera interpretazione di Donatella Di Cesare.