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La Versione di heidegger

la Repubblica (lettere), 12 febbraio 2015


Corrado Augias



Dott. Augias, a leggere le ultime rivelazioni dei nuovi "Quaderni neri" di Heidegger viene da pensare a quali abissi possano portare le astrattezze di un filosofo che, chiuso nel suo studio, ignora che cosa sia la Shoah. Con sgomento, si apprende che il filosofo giustificava lo sterminio degli ebrei. Lo considerava non un indicibile genocidio, ma un "autoannientamento". Gli ebrei si sarebbero autoannientati vittime dei demoni da loro stessi sprigionati con la tecnica e il progresso. Gli ebrei, infatti, sarebbero gli agenti della modernità, cioè di quell'epoca che, nel linguaggio "esoterico" del filosofo, ha obliato l'Essere in favore dell'Ente, sradicando l'umanità dalla sua dimora per spingerla ad una perenne deriva verso l'inautenticità e il nichilismo. All'ebraismo vanno attribuiti tutti gli aspetti della vita e del pensiero moderni: dalla Riforma alle Rivoluzioni, agli ideali di libertà, di progresso, al capitalismo, alla democrazia, al bolscevismo.


Ci si riferisce alle anticipazioni che la studiosa Donatella Di Cesare, autrice del recente saggio Heidegger e gli ebrei (Bollati Boringhieri), ha fatto sul Corriere della sera. Si tratta di questo: il "Quaderno nero" numero 97 che sta per essere pubblicato in Germania (presto anche in Italia per Bompiani) contiene sulla Shoah e sugli ebrei affermazioni che sconfessano la diffusa credenza di un "silenzio di Heidegger" dopo Auschwitz. Il filosofo scrisse infatti queste note dopo la guerra quando cominciavano a diffondersi notizie suiò che era davvero avvenuto nei campi di sterminio (non di concentramento di sterminio). L'atroce verità non lo scosse. Al contrario egli inserì anche le camere a gas in quella Storia dell'Essere che stava elaborando. Nella sua visione, gli Ebrei, agenti e motori della modernità, avevano distrutto lo spirito dell'Occidente grazie al contributo dato all'accelerazione della tecnica. Il loro sterminio, anch'esso tecnico, era stato il momento apocalittico in cui gli agenti della distruzione si erano a loro volta autodistrutti — il termine è "autoannientati" (Selbstvernichtung). Al disciplinato popolo tedesco avrebbe potuto fermare la rovina ma gli Alleati non lo avevano capito sconfiggendo improvvidamente la Germania. Il pensiero di Martin Heidegger non può essere preso alla leggera tale è l'importanza che ha avuto. Tuttavia anche in questa complessa elaborazione arriva l'eco di quella congiura mondiale giudaica propagata dai falsi "Protocolli dei savi anziani di Sion" diffusi dalla polizia dello zar. Apprendere di questi giudizi fa pensare che il vero demone della tecnica sia quello che si nasconde in un'astratta tecnica filosofica che arriva a far perdere a un uomo di genio ogni contatto con l'umanità.



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