1990301IRL

Da Libro bianco.

Interventi. A proposito di “L’errore di Heidegger” di Sandro Barbera (n. 11, 1998, pg 18-20)

Risposta di Sandro Barbera agli "Interventi" di Gino Zaccaria e Ivo De Gennaro (n.2, febbraio 1999, pp. 43-44) (1990201IRL)


La Rivista dei Libri, (43) 2 febbraio 1999


Caro Direttore,

penso che il lettore disponga di tutti i testi e di tutti gli strumenti per decidere sia sugli esempi che Zaccaria adduce distesamente, sia su quelli che menziona soltanto, come il Nationalsozialismus reso con "socialismo nazionale", ecc. Un paio di precisazioni, quindi, solo su dettagli marginali. 1. Schwan si chiama Alexander, non Albert come per un lapsus avevo scritto. Lo citavo, naturalmente, non come unico rappresentante della vasta letteratura sul rapporto filosofia-politica in Heidegger, ma come autore di una notissima opera standard sul significato filosofico-politico della categoria di "opera", di cui in quel punt discutevo. 2. Nella mia recensione non ho neppure sfiorato - e a ragion veduta - la vexata quaestio dell'antisemitismo di Heidegger 3. Quanto all'impossibilità di trovare nei testi di Heidegger una definizione della famigerata Selbstbehauptung come affermazione dell'essenza, pena una contraddizione interna in cui Heidegger incorrerebbe, mi limito a questa citazione: "Autoaffermazione (Selbstbehauptung), cioè voler restare a capo (Haupt), sopra, è un costante riandare all'essenza, all'origine. L'autoaffermazione è l'originaria affermazione dell'essenza" (M. Heidegger, Nietzsche, a cura di F. Volpi, Milano, Adelphi, 1994, pp. 70-71. Corsivi nel testo). Nel brano da cui la citazione è tratta, del '36-'37, l'"autoaffermazione" è interpretata come una volontà di incrementare se stessi, in antitesi alla mera "autoconservazione" che si limita a perpetuare l'esistente.

Sandro Barbera



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Metodi applicati

Regola del 2 a 1


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