Autoritarismo

Da Libro bianco.

Categoria: Voci

"Heidegger era autoritario"



Questa voce viene declinata in innumerevoli varianti. Può riguardare specificamente il rettorato (Heidegger "Führer" dell'Università di Friburgo), o il suo stile d'insegnamento (Heidegger "dispotico" verso gli studenti) oppure una tendenza insita nel suo modo di pensare (un pensiero in se stesso refrattario al dialogo, teso a imporre un solo e unico "punto di vista" e dunque in sé incline all'assolutismo), o infine un tratto peculiare del suo modo di rapportarsi agli altri esseri umani (Heidegger "brutale e dispotico", spietato tiranno e malvagio approfittatore - ad esempio nei confronti del maestro Husserl o dell'allieva-amante Hannah Arendt: si vedano le voci Ostilità verso Husserl e Hannah Arendt).

L'origine di questa voce può forse essere rintracciata nella Perizia Jaspers del 1945, in cui si legge:

"Il pensiero di Heidegger mi sembra per sua natura non libero, dittatoriale, privo di capacità comunicativa".

Questo giudizio, che sembra non avere altra fonte che la personale impressione di Karl Jaspers dinanzi al pensiero di Heidegger, viene citato sempre volentieri dalla pubblicistica sul caso-Heidegger. E' infatti una frase che trova facile consenso presso un pubblico istruito a porre la propria comprensione (o mancanza di comprensione) quale unità di misura assoluta e indiscutibile della cosa da comprendere: Siccome io non capisco Heidegger, Heidegger è incomprensibile (si veda la voce Oscurità). Solo sulla base di tale forma mentis il pensiero del Dasein può apparire "non libero, dittatoriale" - lì dove, al contrario, esso tenta di articolare proprio l'indole umana più libera e liberante (si veda, per una comprensione adeguata di questa indole in lingua italiana, Ivo De Gennaro e Gino Zaccaria Dasein : Da-sein. Tradurre la parola del pensiero, Marinotti, Milano 2006).

Per quando riguarda, ad esempio, l'azione di Heidegger durante il rettorato, essa sembra ispirata a criteri tutt'altro che "autoritari". Sebbene il cliché del "rettore-Führer" sia molto in voga, resta il fatto che

"Dai protocolli <delle sedute del Senato accademico> non risulta minimamente che [...] Heidegger si sia comportato in modo dittatoriale" (GA 16, Postfazione del curatore, pp. 835-6).

Più in generale, in riferimento al presunto autoritarismo insito nel pensiero di Heidegger, vale la pena di leggere la conclusione del Dibattito di Davos del 6 aprile 1927 tra Heidegger e Cassirer. Dice Heidegger, rivolto al pubblico presente al dibattito:

"Vorrei far Loro notare che quanto avete osservato qui in misura ridotta, e cioè la differenza che separa uomini che esercitano la filosofia entro l'unità della problematica, si manifesta su un piano più vasto in modo ancora interamente diverso; infatti, il punto essenziale nel confronto con la genitura della filosofia è il fatto di liberarsi dal <problema della> differenza tra 'posizioni' e 'punti di vista', e comprendere come proprio la differenza dei punti di vista è la radice stessa del lavoro filosofico." (GA 3, p. 318)


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